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venerdì 24 febbraio 2012

Tre Mori: Serata Solo Cucina Ligure


Grande Musica!!!!

Cammarata Andrea artworks: febbraio 2012

cammarataandrea.blogspot.com

Alassio: Gran Fondo Muretto di Alassio


Rinasce la Gran Fondo Muretto di Alassio, anche Mirko Celestino al via



Alassio - In lizza quest'anno ci saranno sia atleti affermati e di alto livello (del calibro di Yader Zoli, Marco Bui e Daniela Veronesi del Team Torpado) che semplici appassionati, anche se il tracciato si presenta assai impegnativo
Torna, dopo tre anni, la Gran Fondo Muretto di Alassio di mountain bike. L'appuntamento con la quinta edizione della manifestazione, organizzata dall'Alassio Bike in collaborazione con l'Assessorato allo Sport del Comune, è fissato per domenica 26 febbraio e rappresenta l'apertura stagione in Italia a livello di gran fondo.
"Credo molto in questa iniziativa: il mio obiettivo è quello di farla crescere ancora e farla diventare uno dei punti fermi del nostro calendario - sono le entusiastiche parole di Matteo Monti, presidente del consiglio comunale e delegato allo Sport del Comune di Alassio -. Si tratta di un evento che, in un periodo come questo di bassa stagione, lontano dai ponti, coniuga al meglio sport e turismo, coinvolgendo sia gli specialisti della disciplina che gli amatori con le loro famiglie. Una bellissima occasione per fare promozione alla nostra città, al suo clima, al suo mare ed al suo meraviglioso entroterra ".
Partenza ed arrivo sono previsti in piazza Partigiani, nel centro di Alassio, dove sarà allestito anche un accogliente villaggio (apertura per ritiro pacco-gara dalle 15 alle 19 di sabato 25 e dalle 7 alle 9 di domenica 26). La prova si snoderà sugli incantevoli percorsi sterrati delle colline circostanti, misura 37,5 km, con un dislivello positivo complessivo di 1.080 metri. Un tracciato che, da chi se ne intende, è stato definito tecnico e divertente. Il via alle ore 10. L'arrivo dei migliori è previsto intorno a mezzogiorno.
Ad indossare il pettorale numero 1 sarà Mirko Celestino (Team Avion Axevo), beniamino locale, campione italiano e bronzo mondiale marathon nel 2011. Proprio l'edizione 2008 di questa gara segnò il debutto di Celestino nella mtb, a pochi mesi dalla disputa del suo ultimo Giro di Lombardiia. In quel non lontano 2 marzo ancora non si sapeva se il campione andorese sarebbe diventato un buon biker, come poi in effetti è stato, o meno.
In lizza quest'anno ci saranno  sia atleti affermati e di alto livello (del calibro di Yader Zoli, Marco Bui e Daniela Veronesi del Team Torpado) che semplici appassionati, anche se il tracciato si presenta assai impegnativo. Da seguire anche l'enfant du pays Marco Rebagliati (Team Giant Italia).
Oltre duecento coloro che si sono già iscritti, ma il numero è destinato ad aumentare sino all'ultim'ora. Molti di essi, tra l'altro, soggiorneranno presso le strutture ricettive cittadine. Previste condizioni meteo favorevoli. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.murettodialassiomtb.it. A tutti i partecipanti sarà consegnato, grazie anche alla generosità degli sponsor, un ricco pacco-gara, contenente anche prodotti tipici del nostro territorio.
Prologo all'evento sarà, nel pomeriggio di sabato, a partire dalle ore 15, sempre in piazza Partigiani e sulla spiaggia antistante, la "Kids Race", appuntamento dedicato ai più giovani, con prove, giochi e, al termine, un Nutella Party.
Madrine della manifestazione, coinvolte nelle premiazioni, le due regine di Miss Muretto 2011: la vincitrice Lia Popescu e l'alassina Giulia Mingoia, seconda classificata dell'edizione n° 58. Sono attesi anche altri illustri ospiti del mondo delle due ruote.
Miss Muretto provvederà anche all'estrazione di una lotteria che mette in palio uno scooter Kymco Agility.
L'Alassio Bike del presidente Giuseppe Berrino metterà a disposizione dei partecipanti anche una serie di servizi gratuiti per il pre (colazione, massaggi) ed il post gara (pasta party, lavaggio bici, massaggi).
Il buon lavoro dell'organizzazione e la valenza tecnica dei percorsi fuoristrada intorno ad Alassio hanno fatto sì che nella prima metà di marzo la nazionale italiana di mountain bike, maschile e femminile, svolga un raduno nella Città del Muretto. Nell'occasione sarà presente anche Paola Pezzo, due volte campionessa olimpica.
di Ma. Gu.

Fonte:[www.riviera24.it]

giovedì 23 febbraio 2012

Tre Mori: Serata Bavarese

La Serata Bavarese è ufficialmente in SOLD OUT.
Vi ricordo che venerdì 2 Marzo ci sarà la serata "Solo cucina ligure"

martedì 21 febbraio 2012

Tre Mori: Due Ostriche!!


Tre Mori: Birra Moretti


Birra Moretti è una birra genuina fatta ancora seguendo le regole tradizionali, frutto di un processo produttivo, rimasto quasi del tutto invariato fin dal 1859.
Per la produzione della Birra Moretti, vengono utilizzate materie prime garantite e una particolare miscela di luppoli pregiati che le donano un aroma ed un profumo unico, esaltandone il giusto tono d’amaro.

E’ una birra a bassa fermentazione dal colore dorato, tonalità che le viene conferita grazie alla qualità di malto utilizzata nella sua ricetta.
Il contenuto alcolico è di 4,6% vol, gradazione che la rende adatta a qualsiasi momento della giornata. Non si tratta infatti di una birra impegnativa ed è quindi indicata per accompagnare sia il pranzo, sia la cena, come una serata con gli amici.

Abbinamenti consigliati
In cucina si presta particolarmente ad esaltare piatti poco strutturati: i risotti, la pasta, i secondi di carne bianca e i formaggi non troppo saporiti.
Fonte:[www.birramoretti.it]

domenica 19 febbraio 2012

Gente da bancone!!!

MUSICA...Nuovo album dei Muse


Muse nuovo album 2011Nuovo album in vista per i Muse. I tempi sono molto dilatati e ci vorrà il prossimo anno, ma sembra sia ormai certa l’intenzione di Bellamy e soci di lavorare su un nuovo disco.
L’album dovrebbe essere interamente di inediti e la lavorazione comincerà alla fine di questa estate, al termine degli innumerevoli appuntamenti live che vedranno i Muse esibirsi sui palchi europei e statunitensi.
Tuttavia, sebbene il progetto sia ancora in fase embrionale, già qualche indiscrezione comincia a trapelare fra le tante interviste rilasciate dai componenti del gruppo. In particolare la fanno da padrone le indiscrezioni captate da NME e AbsoluteRadio. In base a quanto avrebbe dichiarato Dominic Howard, batterista della band, Matt Bellamy starebbe già lavorando ad alcuni pezzi, dei quali gli avrebbe fatto ascoltare un po’ di accordi “…forse l’album potrebbe avere un carattere più soft” – avrebbe dichiarato Howard – “ma poi dipende da me e da Chris farlo tornare sull’heavy”.
Un’idea che pare confermata anche dalle parole dello stesso Matthew Bellamy. Secondo il leader dei Muse, infatti, il nuovo album avrà connotazioni molto più personali e sarà caratterizzato da melodie un po’ più morbide rispetto ai precedenti lavori. Questo non solo per dare un segno di cambiamento al gruppo, ma anche perché, nelle idee dei Muse, si fa strada la voglia di esibirsi in spettacoli più intimi e dedicati a un pubblico più ridotto.
Che vogliano abbandonare lo schema ormai rodato dei loro power-concert? Staremo a vedere. Per il momento sono solo voci e già sono molti i fan che alle parole di album soft e live in sordina, stanno dimostrando il loro dissenso. Ad ogni modo, prima di esprimere pareri, conviene attendere qualcosa di più concreto. Magari rimandando il tutto ad ottobre, quando sembra cominceranno le prime session di registrazione.
A presto dunque per i prossimi aggiornamenti…
Fonte:[www.pausacaffe.net]

Torna l'Arena Carnaval ad Alassio


Fonte: [ La Stampa 19 Febbraio 2012 ]

sabato 18 febbraio 2012

Un posto fantastico


Fusto d'acciaio addio



Un fusto Modular 20 di Carlsberg
La scorsa settimana vi ho proposto una carrellata delle novità tecnologiche provenienti dall’industria, anticipando che avrei ripreso il discorso a breve per ampliare e completare l’argomento. In quel caso accennai al sistema Modular 20 di Carlsberg Italia e mi dilungai sul Cellar Beer System diHeineken: due soluzioni che eliminano l’anidride carbonica dalla spillatura, ma che funzionano in modo fondamentalmente diverso. La comparsa delle due tecnologie non sono casi isolati, bensì si contestualizzano all’interno di un campo d’azione che negli ultimi tempi sta mostrando diverse innovazioni. Innovazioni che – e non potrebbe essere altrimenti – provengono dalle multinazionali, ma che facilmente potrebbero avere ripercussioni anche sul segmento artigianale. Un nome che vale come esempio per tutti? Key Keg, il fusto usa e getta.
Proprio la nascita del Key Keg ha instaurato una rivoluzione nel mondo dei contenitori e nelle tecnologie di spillatura della birra. Dopo decenni di dominio assoluto dei fusti in acciaio, qualche anno fa hanno iniziato a diffondersi sul mercato questi contenitori sferici imballati in poliedri cartonati. Il primo vantaggio salta dubito agli occhi: l’oggetto è molto più leggero della controparte in acciaio, rendendo un po’ meno faticoso il lavoro del publican. In realtà i benefici sono diversi, a partire dall’abolizione per il birrificio della tediosa attività di lavaggio dei fusti (è usa e getta), fino all’assenza della Co2 nelle fasi di somministrazione della birra. Il contenuto viene infatti spinto in alto pressurizzando lo spazio tra la sfera in PET e la sacca che effettivamente contiene il liquido.
Nonostante i Key Keg necessitino di un attacco apposito rispetto alle soluzioni tradizionali, la tecnologia si è diffusa rapidamente anche nel segmento artigianale. Oggi è adottato da tanti microbirrifici italiani e stranieri e i gestori dei pub si sono abituati ad avere a che fare con questi nuovi contenitori.
Facciamo un passo indietro. Perché è così innovativa l’assenza di anidride carbonica durante la spillatura? Semplice, perché nei sistemi classici è utilizzata per spingere il liquido verso il rubinetto: la birra che viene versata nel bicchiere presenta dunque una quantità di Co2 aggiuntiva, estranea al processo di produzione. A parte le eccezioni rappresentate dai cask inglesi con handpump, questo è il metodo che è stato adottato per tanti anni nel settore birrario mondiale.
Anche il nuovissimo Modular 20 di Carlsberg punta all’eliminazione di anidride carbonica. La tecnologia deriva dalla Flex 20, esistente prima dell’avvento dei Key Keg, che però a sua volta si ispirano ai tank in acciaio con sacca interna usati nelle grandi manifestazioni. Da un punto di vista concettuale il Modular 20 ha molti punti in comune con il Key Keg, ma con alcune differenze: i contenitori hanno una forma simile a siluri, sono capovolti (la birra scende anche per effetto della gravità), hanno un sistema di lavaggio automatico, garantiscono continuità di prodotto al cambio di fusto.
Sia i Modular 20 che i Key Keg garantiscono performance ambientali decisamente superiori rispetto all’acciaio; i primi possono godere degli attestati LCA ed EPD. Si tratta quindi di tecnologie simili (almeno concettualmente), con alcuni vantaggi in più a favore di quella sviluppata da Carlsberg. Con un dettaglio non indifferente: mentre i Key Keg sono una soluzione “aperta”, gli M20 sono un’esclusiva Carlsberg Italia e quindi utilizzata solo per i suoi marchi(industriali): Tuborg, Grimbergen, Kronenbourg, Poretti, Tucher e, ovviamente, Carlsberg.
Un’altra tecnologia utilizzata recentemente è il Petainer, simile alle altre due, di cui forse parlerò in un’altra occasione. Qui invece è interessante notare questa moltiplicazione di soluzioni innovative per un gesto – quello del servizio della birra al pub – che è rimasto inalterato per lungo tempo. Tutte le tecnologie fin qui citate – Key Keg, Modular 20, Petainer e Cellar Beer System – comunicano due plus:attenzione all’ambiente e valorizzazione del gusto della birra(grazie all’assenza di Co2).
Se il primo è quasi doveroso in un momento in cui il marketing mondiale vi punta con decisione, il secondo è piuttosto curioso. Non è infatti ad appannaggio solo di sistemi “aperti”, ma anche di quelli destinati esclusivamente all’industria: Modular 20 e Cellar Beer System. E’ un dettaglio non trascurabile, che a mio modo di vedere dimostra quanto sia cambiato l’approccio degli uffici di marketing delle multinazionali nei confronti dei loro prodotti. E sottolineare che questa nuova visione è stata stimolata dai prodotti artigianali mi sembra quasi superfluo. Il problema ora è capire a cosa porterà…
Fonte:www.cronachedibirra.it

Alassio tramonto

venerdì 17 febbraio 2012

Tre Mori outside


Tre Mori Inside


Venerdì 24 febbraio " Serata Bavarese "

Solo per ricordarvi della serata di Venerdì prossimo...
affrettatevi a prenotare siamo quasi Sold Out.

La ristorazione novità

Al giorno d’oggi, anche grazie al fatto che sempre più persone tendono a rimanere fuori casa durante la pausa pranzo – gli orari di lavoro, infatti, il più delle volte sono restrittivi e non permettono di avere il tempo materiale di rientrare a casa – si è sempre più portati a scegliere un bar, un ristorante, o comunque un locale dove recarsi per pranzare insieme ai colleghi o da soli, ma che rispetti le necessità e le esigenze di tutte le tasche.
Di fronte ai classici fast food di cui quasi tutti ormai abbiamo fatto esperienza, sta ultimamente spopolando una nuovissima moda in fatto di cibo e ristorazione: stiamo parlando dei cosiddetti ristoranti “a km zero”, ovvero quei locali dove tra il luogo di produzione del cibo ed il luogo di consumazione dello stesso le distanze vengono ridotte ai minimi termini, in maniera tale da concretizzare l’esigenza di far sposare perfettamente qualità e prezzo del cibo.
In questi tipi di locali, infatti, si possono gustare ricette di alta qualità – per non dire eccellente nel maggiore dei casi – e che rispetti non solo i gusti dei clienti più esigenti, ma anche il portafogli di ogni genere di individuo: sono prodotti quasi sempre biologici, assolutamente naturali e soprattutto locali, ovvero non solo di provenienza locale e territoriale, ma anche del tutto riverenti nei confronti del naturale ritmo delle stagioni.
Il fatto di poter consumare a chilometro zero significa sostanzialmente non solo una cucina sana e salutare, ma anche un prodotto fresco e senza conservanti o additivi chimici: frutta e verdura di stagione, pesce non surgelato ma pescato in zona, carni controllate e provenienti da territori antigui.
Non solo: questo tipo di ristorazione, oltre al vantaggio di un gusto del tutto diverso, offre anche il rispetto della natura, perché il “chilometro zero”, dal punto di vista ambientale, comporta una produzione di anidride carbonica inesistente rispetto ai prodotti che arrivano da lontano.
Fonte: www.articolando.net

giovedì 16 febbraio 2012

In vista della serata bavarese parliamo della birra...


La storia di Augustiner-Bräu

La storia di Augustiner-Bräu, grazie a 670 anni di tradizione il più antico birrificio in Monaco di Baviera, cominciò nel 1294, quando venne posata la prima pietra del monastero di S. Agostino in Haberfeld (Campo di Haber) adiacente alla Neuhauser Gasse (Vicolo verso Neuhaus). Attestato attraverso documenti risulta che già nel 1328 esisteva un birrificio all'interno del monastero che produceva birra eccellente. Tutto ciò non cambiò neppure quando, in quell'anno nefasto, un grandissimo incendio divorò quasi tutta Monaco: i suoi annali svelano che il monastero restò intatto. In base a questi certificati, l'anno 1328 è conclamato a tutti gli effetti l'anno di fondazione del birrificio Augustiner, di fatto il più antico tra gli esistenti birrifici di Monaco di Baviera.

Dal primo giorno sino all'avvento della secolarizzazione, avvenuta nell'anno 1803 per mano di Napoleone Bonaparte, che statalizzò con le sue riforme moltissimi monasteri bavaresi, la famosa birra era stata ininterrottamente prodotta nel birrificio e venduta nelle osterie, molto amate per l'atmosfera amichevole che vi aleggiava, propria dei monaci. Questi ultimi godevano di un'esenzione da eventuali tasse elargita loro dal reggente bavarese come tangibile riconoscimento per l'impegno nella produzione di birra di eccellente qualità.

In seguito all'esproprio, attraverso lo stato, e la partenza dei fratelli dell'ordine agostiniano, il birrificio venne privatizzato e poi trasferito in Neuhauser Straße 275, oggi numero civico 27 e parte della zona pedonale del centro di Monaco. In questa seconda casa madre i locali per la produzione di birra rimasero soltanto fino al 1885, anno in cui vennero trasferiti per lasciare spazio al grande ristorante Augustiner, tutt'ora esistente e molto rinomato, grazie anche al rinnovamento estetico per mano del famoso architetto Emanuel von Seidl.

Gli interrati (Kellerareal), in Landsberger Straße (Strada verso Landsberg), divennero i successivi locali destinati ad ospitare il birrificio e sono tali sino ad oggi, ai numeri civici dal 31 al 35 ed ospitano già da allora anche la famosa locanda "Bräustüberl". Quest'ultimo ed ormai approvato trasloco venne ordinato dalla famiglia Wagner, allora il Signore Anton e la Signora Therese, che nel 1829 avevano rilevato l'impresa e fatto di essa un'attività familiare, concetto che Augustiner-Bräu tutt'oggi mantiene saldo.

Nel corso della sua storia la grande casa è sopravvissuta a guerre, ad una privatizzazione ed ha proceduto a vari ampliamenti senza mai perdere d'occhio la propria filosofia né mettere in gioco la qualità della sua amata birra. Ciò ha fatto di Augustiner-Bräu e delle sue diverse taverne una parte importante della cultura monacense, ne ha fatti luoghi di socievolezza e tranquillità in ricordo dell'antica Monaco. 
Fonte[WWW.AUGUSTINER BRAU MUNCHEN.DE]

Cammarata Andrea Artworks: Febbraio 2012


Rigorosamente a pompa

Ancora due fusti
commento: golden ale dalla spiccante fragranza luppolata ennesima perla della fantastica gamma Brewdog
gradazione alcolica: 4,1%

giovedì 2 febbraio 2012


Venerdì 24 Febbraio
Serata Bavarese:

Coscetta di pollo alla birra

Wurstel e crauti

1 litro di birra Augustiner Edelstoff  

Euro 20,00 

E’ gradita la prenotazione
Tel: 0182640495